Osservare se stessi con la Mente[1], è
osservare se stessi con l’io[2], e
ciò che si osserva di se stessi, in gran parte, è ciò che si osserva del
proprio io.
Se con la mia Mente osservo il
mio io, quindi, essa tenderà a non essere obiettiva, e a volte anche a
falsificare e modificare la realtà di ciò che osserva, secondo le proprie
aspettative.
Inoltre la Mente (la quale crea
l’io), giudica ciò che osserva, e lo esalta, rafforzando cosi l’ego,
l’orgoglio, la presunzione, ecc…, o lo condanna, causando abbattimento,
demoralizzazione, vergogna, sensi di colpa, senso di inadeguatezza, ecc…, o lo
rifiuta creando ipocrisia e falsità.
Per un’Osservazione di Sé quindi
che abbia dei concreti risultati di trasformazione e comprensione interiore,
senza gran parte degli effetti collaterali sopra descritti, è necessario
osservare se stessi non con la Mente, ma con ciò che gli orientali chiamano
l’Osservatore o il Testimone, che altro poi non è che il nostro vero Essere, la
nostra Anima.
[1] Con
Mente intendo l’attività di quello che nell’esoterismo è chiamato “corpo
mentale” o “mente individuale”, che può essere definito come il veicolo della
manifestazione individuale che dà origine a più attività delle quali
l’individuo può essere consapevole o inconsapevole. Suddividendo
convenzionalmente secondo le attività esplicate, può essere suddivisa in: mente
istintiva - mente intellettiva - mente supernormale.
[2] Con
il termine io intendo l’egoistico concetto di se stessi creato dalla mente
individuale la quale, travisando l’intimo senso di individualità proveniente
dalla più alta natura dell’individuo, fa sentire questi separato e distinto dal
Cosmo.