Molto spesso, nella vita di tutti
i giorni, la suscettibilità (soprattutto la propria) o un certo tipo di
comportamento vengono scambiati per sensibilità, mentre invece non lo sono
affatto, e dietro certi comportamenti si nasconde tutt’altro.
Per poter meglio comprendere ciò
che intendo, andrò prima a illustrare brevemente, ma in modo comprensibile,
cosa siano la Suscettibilità e la Sensibilità.
La Sensibilità è una qualità
Animica, e, più esattamente, può essere considerato come un senso percettivo
del Corpo Akasico[1], mentre la Suscettibilità
ha le proprie radici nell’Io egoistico, e non nell’Anima.
La Suscettibilità può nascere da
una proiezione di propri aspetti o da un’interpretazione della realtà del
proprio Io egoistico, ed ha il fine e l’intenzione (spesso inconscia) di
imporsi sugli altri, di accrescersi, farsi notare, essere considerati migliori
degli altri, poter fare ciò che si vuole, e, in generale, ottenere vantaggi di
tipo egoistico che possono essere di vario tipo, ad esempio materiale, fisico,
emotivo, psicologico, manipolatorio o altro ancora.
La Sensibilità, invece, è un
senso di percezione animico (del Corpo Akasico, più esattamente) e, tanto più
essa è sviluppata, tanto più profondo può essere lo stato di Presenza in cui si
può essere, e, quando si è in quello stato interiore, tanto maggiore sarà la
capacità di percepire in modo cosciente e consapevole una più vasta gamma di
sensazioni, emozioni, desideri e pensieri e ogni loro più piccola sfumatura;
inoltre, tanto più spesso si è in stato di Presenza, tanto più si aumenta la
propria capacità percettiva su tutti i vari piani di esistenza in cui si riesce
ad essere coscienti e quindi, di conseguenza, si amplifica la propria
sensibilità.
In stato di Presenza amplifico quindi
sempre più la mia percezione (sia fisica, di sensazione, che più interiore, di
emozioni, desideri, pensieri e del proprio vero Essere interiore) e, tanto più
sono “Sensibile”, tanto più posso essere in uno stato di Presenza profondo
cogliendo anche le più piccole sfumature di ogni piano di esistenza; tanto più
sono in stato di Presenza, tanto più sviluppo il “senso” della Sensibilità,
che, essendo un senso animico, del proprio “sentire” interiore più profondo,
tanto più evolvo e sviluppo la mia capacità percettiva.
[1] Il
Corpo Akasico (o Corpo della Coscienza) è il quarto corpo, ed è uno dei corpi
permanenti dell’individuo, in quanto
sopravvive all’abbandono del piano fisico, e si reincarna, accrescendosi
e amplificandosi sempre più man mano che cresce l’evoluzione. I corpi fisico,
astrale e mentale sono invece corpi transitori, in quanto si cambiano tra
un’incarnazione e l’altra.
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