sabato 23 gennaio 2016

Sensibilità e Suscettibilità



Molto spesso, nella vita di tutti i giorni, la suscettibilità (soprattutto la propria) o un certo tipo di comportamento vengono scambiati per sensibilità, mentre invece non lo sono affatto, e dietro certi comportamenti si nasconde tutt’altro.

Per poter meglio comprendere ciò che intendo, andrò prima a illustrare brevemente, ma in modo comprensibile, cosa siano la Suscettibilità e la Sensibilità.

La Sensibilità è una qualità Animica, e, più esattamente, può essere considerato come un senso percettivo del Corpo Akasico[1], mentre la Suscettibilità ha le proprie radici nell’Io egoistico, e non nell’Anima.

La Suscettibilità può nascere da una proiezione di propri aspetti o da un’interpretazione della realtà del proprio Io egoistico, ed ha il fine e l’intenzione (spesso inconscia) di imporsi sugli altri, di accrescersi, farsi notare, essere considerati migliori degli altri, poter fare ciò che si vuole, e, in generale, ottenere vantaggi di tipo egoistico che possono essere di vario tipo, ad esempio materiale, fisico, emotivo, psicologico, manipolatorio o altro ancora.

La Sensibilità, invece, è un senso di percezione animico (del Corpo Akasico, più esattamente) e, tanto più essa è sviluppata, tanto più profondo può essere lo stato di Presenza in cui si può essere, e, quando si è in quello stato interiore, tanto maggiore sarà la capacità di percepire in modo cosciente e consapevole una più vasta gamma di sensazioni, emozioni, desideri e pensieri e ogni loro più piccola sfumatura; inoltre, tanto più spesso si è in stato di Presenza, tanto più si aumenta la propria capacità percettiva su tutti i vari piani di esistenza in cui si riesce ad essere coscienti e quindi, di conseguenza, si amplifica la propria sensibilità.

In stato di Presenza amplifico quindi sempre più la mia percezione (sia fisica, di sensazione, che più interiore, di emozioni, desideri, pensieri e del proprio vero Essere interiore) e, tanto più sono “Sensibile”, tanto più posso essere in uno stato di Presenza profondo cogliendo anche le più piccole sfumature di ogni piano di esistenza; tanto più sono in stato di Presenza, tanto più sviluppo il “senso” della Sensibilità, che, essendo un senso animico, del proprio “sentire” interiore più profondo, tanto più evolvo e sviluppo la mia capacità percettiva.


[1] Il Corpo Akasico (o Corpo della Coscienza) è il quarto corpo, ed è uno dei corpi permanenti dell’individuo, in quanto  sopravvive all’abbandono del piano fisico, e si reincarna, accrescendosi e amplificandosi sempre più man mano che cresce l’evoluzione. I corpi fisico, astrale e mentale sono invece corpi transitori, in quanto si cambiano tra un’incarnazione e l’altra.

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