Il titolo di questo post è
volutamente provocatorio ed è cosi impostato per aiutarvi a portare meglio
l’attenzione su un aspetto che tratterò qui di seguito.
Spesso mi capita di sentire o di
leggere frasi, soprattutto rivolte ai politici, ma anche, a volte, a persone
che hanno fatto un qualcosa che non si condivide, del tipo: “Vergognati!” o “Sono senza
vergogna” o simili…
Da queste frasi sembrerebbe che
la vergogna sia un sentimento nobile, il quale sia necessario ad impedire
all’umanità di fare azioni “sbagliate” o malvagie, o in qualche modo
riprovevoli.
In realtà, la vergogna, allo
stato naturale, è un’emozione che non esiste. Essa infatti è un’emozione
artificiale, creata dalla nostra stessa mente, a seguito di credenze indotte
dall’esterno o introiettate acriticamente.
Ad esempio: sin da piccolo ti
dicono che è sbagliato fare una certa cosa, oppure semplicemente i genitori o
anche altre persone, quando fai una determinata cosa ti guardano male, come se
stessi facendo qualcosa di profondamente sbagliato, e, se dai peso a quegli
sguardi o prendi per vere quelle parole, inizi a provare vergogna.
Stessa cosa accade se lo fanno
nei confronti di qualcun altro e tu sei presente.
La vergogna è una forma di paura
del giudizio degli altri, un condizionamento.
Il cercare di far provare
vergogna (o sensi di colpa, ad esempio, che funzionano in un modo non molto
diverso) ad altri quando fanno qualcosa che non ci piace, in realtà non produce
nessun effetto positivo. Infatti quando una persona si comporta in un modo
apparentemente positivo, poiché se non lo facesse e venisse scoperta proverebbe
vergogna, allora è segno che quella persona agisce in quel modo solo per la
paura del giudizio degli altri, e non per il proprio essere interiore o il
proprio amore per gli altri.
C’è una differenza enorme tra chi
agisce in un modo per paura del giudizio degli altri, e chi invece agisce allo
stesso modo per un suo sentire interiore.
Colui che agisce bene per paura
del giudizio degli altri, infatti, sta soltanto alimentando sempre più la
propria ombra, e prima o poi questo suo lato ombra uscirà fuori,
inevitabilmente, e lo farà con gli interessi, cioè in modo abbondantemente amplificato
rispetto a quanto avrebbe fatto sin da subito, nel caso in cui non avesse avuto
tale condizionamento.
Chi agisce bene in modo spontaneo
e naturale, invece, continuerà a farlo in ogni caso, anche se non osservato, e
lo farà con amore sempre crescente.
Da questo punto di vista, quindi,
i politici che rubano e non provano vergogna, stanno un passo avanti rispetto a
quelli che lo fanno e provano vergogna: hanno un condizionamento in meno da
superare. Tuttavia, la persona ideale sarebbe quella che, pur essendo in
condizione di rubare, e non provando né vergogna, né sensi di colpa, né paura,
ed essendo magari anche consapevole che non sarà mai scoperta da nessuno, non
lo fa, poiché quello è il suo vero sentire interiore, ed è l’Amore, verso il
popolo, o verso chiunque altro, che la guida.
Dopo ciò che ho scritto, vorrei
concludere con un’ultima considerazione: se provate vergogna per qualcosa, non
condannatevi o non reprimete la vergogna, poiché essa è un condizionamento che
vi è stato messo, e che potrete superare soltanto riconoscendolo, prendendo
consapevolezza e arrivando alla comprensione interiore di ciò che ve lo
innesca.
Ognuno ha dei condizionamenti in
questo mondo, e in realtà, anche essi hanno una o più funzioni, la più
importante delle quali è, secondo me, aiutare ad individuare un aspetto di sé
da conoscere, comprendere e superare.
Si potrebbe dire che ogni
condizionamento ci indica un limite da superare, e ciò è possibile grazie
ad una sua comprensione
interiore; ogni comprensione interiore porta con sé una maggiore libertà, e una
maggiore capacità di amare.
Un mondo migliore può essere
creato non imponendo all’umanità certi comportamenti tramite condizionamenti
vari o tramite la paura di una punizione, ma aiutando gli individui, uno ad
uno, a far emergere il loro vero “sentire”, a vivere con consapevolezza e a
sviluppare una sempre maggior comprensione.