domenica 5 marzo 2017

Anima e Apparato Psicofisico

Forse avrai notato che la mente tende ad andare a fissarsi più su ciò che riteniamo negativo che su ciò che riteniamo positivo.
Ciò accade poiché la mente, cosi come tutto il nostro apparato psicofisico[1] è strutturato per la sopravvivenza.
Cosi, per la nostra sopravvivenza, è meglio scambiare un ramoscello per un serpente e fuggire piuttosto che scambiare un serpente per un ramoscello, magari prendendolo o calpestandolo facendoci mordere o uccidere.
L’apparato psicofisico quindi ci spinge prima di tutto ad evitare la morte, la sofferenza e le esperienze dolorose, e solo successivamente, eventualmente, a ricercare la felicità, cioè solo quando si sente al sicuro.

L’Anima invece, ci spinge a fare esperienze che gli sono necessarie per crescere ed evolvere. Per l’Anima la morte non esiste, essendo immortale, e la sofferenza è un’esperienza cosi come lo è la gioia. L’apparato psicofisico, invece, quando muore….muore davvero.

Così, chi è centrato nell’Anima, ama la vita, ma non teme la morte. Chi si identifica nell’apparato psicofisico, non ama la vita, ma teme la morte.

L’apparato psicofisico, una volta raggiunta una certa sicurezza di sopravvivere, pur di mantenerla, smette di agire o agisce di routine, e cerca di opporsi ad ogni cambiamento, anche se la vita che sta vivendo non lo soddisfa.
Una volta raggiunta tale situazione, può essere smosso e spinto a cambiare soltanto di fronte ad una fortissima sofferenza.

Chi è identificato con l’Anima invece, va di fronte ad ogni nuova esperienza con gioia, essendo consapevole che, piacevole o dolorosa che possa essere, porta con sé la possibilità di nuove comprensioni e di un ulteriore passo evolutivo.


[1] L’Apparato psicofisico è quella nostra parte che comprende i 3 corpi più “densi” dell’individuo: corpo fisico, corpo astrale (emozioni e desideri), e corpo mentale (pensieri).

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