martedì 20 settembre 2016

Le Maschere




Ognuno di noi, a meno che non sia un neonato o un’Illuminato, ha inevitabilmente qualche maschera.
Ognuno, sin da bambino, inizia a mettersi delle maschere, e ciò avviene naturalmente, e spesso inconsciamente, a causa dei meccanismi di difesa presenti all’interno di ogni individuo.

Le maschere hanno diverse funzioni, e le più importanti sono le seguenti (in particolare le prime 2):
1)   di protezione dal dolore e dalla sofferenza in particolare, ma anche per la propria sopravvivenza in alcuni casi;
2)   evolutiva:  essendo consapevoli di esse, di cosa ogni maschera sta proteggendo, di come si è generata, ecc…, ogni maschera ci aiuta sia ad individuare una propria ferita emotiva o trauma, sia ad essere consapevoli dapprima, ed a comprendere successivamente, una parte di noi stessi;
3)  nel caso siano maschere volontarie e di cui siamo consapevoli, possono essere di aiuto per raggiungere un obiettivo; nel caso in cui invece le abbiamo messe inconsciamente per proteggere una nostra ferita emotiva, ci limitano e ci bloccano. Le maschere volontarie possono essere considerate una forma di inganno, che può essere positivo o negativo a seconda dell’intenzione e dello stato interiore che c’è dietro. Faccio un esempio di “inganno positivo”: Pinco chiede a Pallino dove si trova Pinco Palla per andare ad ucciderlo, e Pallino, sapendo che glielo chiede per quel motivo, dà a Pinco un’informazione errata al fine di salvare la vita a Pinco Palla (ogni bugia infatti è una maschera, in quanto serve a coprire o nascondere qualcosa oppure a far apparire qualcos’altro o se stessi in modo diverso da come realmente è).


Nella parte successiva di questo articolo farò riferimento soprattutto alle prime 2 funzione delle maschere (di protezione e soprattutto evolutiva).

Ogni maschera che un individuo si mette mostra un problema che l’individuo ha e che deve risolvere in qualche modo.

Come si formano, infatti, le maschere?
Esse possono formarsi in vari modi, ma di solito in uno dei seguenti: 
   -  quando un individuo viene rimproverato o punito per qualche suo comportamento, o azione, o parola; 
   - quando un individuo si rende conto di aver creato un dispiacere o un dolore a qualcuno a cui vuole bene; 
   - quando un individuo pensa di essere giudicato negativamente per qualche suo comportamento o modo di fare o di pensare.

Osservando le cause che hanno portato l’individuo a metterle, è possibile notare come esse vadano a proteggerlo al fine di non farlo soffrire più per lo stesso motivo per cui ha già sofferto in passato.

Di fronte ad ogni maschera, posso trovarmi in una delle seguenti 4 situazioni:
1)     ce l’ho, ma non ne sono consapevole e non so di averla: in questo caso quella maschera mi limita e mi blocca, anche se lo fa al fine di risparmiarmi ulteriore sofferenza;
2)     ce l’ho, non l’ho messa volontariamente in modo cosciente, ma ora ne sono consapevole: in questo caso quella maschera continua a limitarmi, ma meno rispetto al caso precedente, ed inoltre, se sono consapevole anche dei traumi emotivi/psicologici che sta proteggendo, e di come si è formata, ed osservo me stesso ogni volta, nella vita di tutti i giorni (nel qui e ora), nei momenti in cui si manifesta, sto a poco a poco acquisendo comprensione di quella parte di me stesso, ed una volta che la comprensione è completa ed il trauma è guarito, la maschera cadrà da sola.
3)    ce l’ho, e ne sono consapevole, poiché l’ho messa volontariamente in modo cosciente; in questo caso posso distinguere 3 tipi di maschere: 
     a) ci sono quelle che vanno a proteggere un trauma, ed essendone consapevole, prima o poi il trauma lo risolverò e di questa maschera non ne avrò più bisogno; 
      b) ci sono quelle messe per ingannare gli altri (un esempio può essere quello del politico che racconta balle al fine di ottenere più voti, o il generale in guerra che inganna il nemico per meglio proteggere il suo esercito o per sconfiggere quello nemico); 
     c) infine ci sono quelle messe da un individuo evoluto che si trovasse a vivere in una società o a contatto con persone poco evolute, al fine di poter migliorare quella società o quell’ambiente in cui vive senza essere imprigionato, ucciso o rinchiuso in un ospedale psichiatrico non appena apre bocca.
4)    Non avere nessuna maschera: in questa situazione, tuttavia, vi si trovano soltanto i bambini appena nati (che però inizieranno a metterle molto presto), o un’illuminato all’ultima incarnazione che si trovasse a vivere in una società o un ambiente con un livello evolutivo non troppo basso (l’illuminato non ha bisogno di maschere, poiché non ha un ego da proteggere, in quanto lo ha trasceso, tuttavia, può decidere di mettere volontariamente qualche maschera, nel caso vivesse tra persone poco evolute, al fine di aiutarle il più possibile senza esserne danneggiato o ucciso (e non perché abbia paura di essere ucciso o di soffrire…a differenza di una persona comune). Le uniche maschere che un Illuminato non ha sicuramente mai, sono le maschere ai suoi stessi occhi, cioè è consapevole di ogni propria maschera e l’ha messa volontariamente e coscientemente per un motivo di bene universale, mentre di solito, la persona comune non è consapevole delle proprie maschere, le quali sono state messe inconsciamente come meccanismo di difesa e di protezione di qualche trauma, o, se messe volontariamente, di solito (non sempre tuttavia) sono messe con qualche intento o scopo egoistico.

Le maschere possono essere comunque molto utili, al fine evolutivo, se si è consapevoli di esse.
Poiché esse sono messe per la maggior parte inconsciamente a protezione di qualche ferita emotiva, essendo costantemente consapevoli di esse e delle ferite o blocchi energetici di cui sono a protezione e dei meccanismi interni ed esterni che ci hanno portato a crearli, ci sono di aiuto dapprima per conoscere e successivamente per comprendere delle parti di noi stessi, e, di conseguenza, per evolvere, secondo questo meccanismo: da ogni maschera posso risalire al trauma o ai traumi che protegge e a come si sono formati sia la maschera che il trauma, e dall’osservazione costante di questo blocco energetico e degli aspetti ad esso collegati, a poco a poco arrivo a comprendere una parte di messo e a sciogliere quel blocco energetico…guarire quella ferita emotiva.
Arrivato a questo punto, la maschera non sarà più necessaria, e cadrà da sola.

sabato 20 agosto 2016

Funzione Evolutiva dei Blocchi Energetici




Normalmente, ogni blocco energetico[1] è visto come un qualcosa di esclusivamente negativo.
In realtà, i blocchi energetici, cosi come ogni cosa che esiste nei piani della percezione (fisico, astrale e mentale) è soggetto alla legge di ambivalenza, e quindi nella dualità contiene in sé sia aspetti positivi che negativi, e, oltre questi piani (oltre la dualità), è possibile “sentire” l’assoluta perfezione di tutto ciò che esiste e, di conseguenza, prendere consapevolezza anche della funzione evolutiva di ogni singolo aspetto della Realtà.

I blocchi energetici quindi, hanno anch’essi una funzione evolutiva ed in particolare essi hanno queste 3 funzioni prevalenti (ma non solo):

1)   Aiutano a conoscere se stessi riguardo a un proprio aspetto e in parte riguardo ad altri aspetti a questo strettamente collegati.
Infatti chi ha un blocco energetico o una malattia (che spesso è la manifestazione fisica di un grosso blocco energetico non risolto e prolungato nel tempo), sarà spinto a superarlo per star meglio, e di conseguenza a riflettere, farsi domande, osservarsi, conoscere se stesso, ricercare, ecc…

2)   Spingono ad indirizzare la propria vita verso le esperienze necessarie al superamento del blocco stesso, o meglio, verso le esperienze che possono essere maggiormente di aiuto per acquisire la comprensione interiore mancante riguardo l’aspetto o gli aspetti che hanno contribuito o permesso la formazione di tale blocco energetico.
In questo caso può essere utile qualche esempio, per farsi un’idea di cosa intendo.
Supponiamo che ad una persona accada un evento di un certo tipo che lo traumatizzi molto (ad esempio un grosso furto o un tradimento o la perdita di una persona cara, ecc…): se l’individuo è traumatizzato da questo evento, avrà una reazione che lo porterà a comportarsi in modo diverso (ad esempio, a stare più attento per non essere derubato ancora in futuro, oppure ad avere un po’ più diffidenza nei confronti degli altri nel caso del tradimento, o a farsi domande sul fatto se c’è vita dopo la morte o no, e se mai potrà incontrare ancora la persona cara scomparsa, ecc…). Questo cambiamento di carattere o di comportamento porterà l’individuo a muoversi ed indirizzarsi nella vita in modo diverso rispetto al suo passato e di conseguenza a fare ed attrarre esperienze differenti. Ciò gli permetterà di comprendere altri aspetti di se stesso che prima non conosceva.

3)   Aiutano a comprendere il proprio Io, come esso funziona e come interpreta la realtà.
Infatti, uno stesso tipo di evento non causa in tutti lo stesso effetto: ad alcuni potrebbe causare un blocco di un tipo, ad altri di un altro e ad altri ancora potrebbe non creare nessun circuito energetico.
Il fatto che il blocco causato sia di un tipo o di un altro dipende essenzialmente da ciò che l’individuo percepisce della realtà e da come la interpreta, mentre il fatto che l’evento provochi o no un corto circuito energetico può dipendere o da una comprensione interiore della persona già acquisita riguardo quell’aspetto, o da un’evoluzione e un livello di consapevolezza ancora troppo basso per poter comprendere ciò che quell’evento può insegnare, o dalla sua necessità evolutiva per quel periodo della sua vita.

Nel primo caso (comprensione interiore già acquisita), infatti, se ciò che c’è da comprendere riguardo quell’evento è già compreso interiormente in ogni minimo particolare, l’evento non creerà nessun blocco; cosi come non creerà nessun corto circuito neanche se il livello evolutivo e di consapevolezza dell’individuo è cosi basso da non rendersi conto minimamente di cosa sia accaduto (e in tal caso il blocco non si crea poiché l’individuo non è ancora minimamente pronto per poter comprendere tale aspetto, ma prima dovrà comprendere ed integrare nella propria coscienza altri aspetti).

In sintesi, nel primo caso (comprensione già acquisita), l’individuo si rende perfettamente conto di ciò che è accaduto, ma ciò non gli crea un blocco energetico, in quanto egli ha già compreso tutto ciò che l’evento poteva insegnargli; nel secondo caso, invece (evoluzione troppo bassa), il blocco non si crea poiché il livello evolutivo e di consapevolezza dell’individuo è cosi basso che esso non si accorge di nulla, non è minimamente consapevole di ciò che è accaduto (e questo è anche segno che egli dovrà acquisire in questa parte di vita altre comprensioni, e non quella, poiché non è ancora pronto).

Nel terzo caso (necessità evolutiva per quel periodo della sua vita), il blocco non si crea in quanto l’attenzione dell’individuo è completamente rivolta su altri aspetti e ciò è indice principalmente che l’individuo deve comprendere e lavorare in quel periodo della sua vita su altri aspetti più utili per lui in quel periodo evolutivo.



[1] Il Blocco Energetico è una perturbazione energetica (corto circuito energetico) che si forma nell’organismo (e nei suoi corpi sottili…eterico, astrale e mentale) a seguito di un evento traumatico non risolto e che, se di grossa intensità e prolungato nel tempo può dar luogo a delle malattie psicosomatiche.


venerdì 17 giugno 2016

Channelling, Medianità, Spiritismo



Channelling, Medianità e Spiritismo sono 3 modi differenti di chiamare lo stesso fenomeno: una persona che fa da “canale” o da “strumento” per permettere ad una o più entità provenienti da altri piani di esistenza di manifestarsi nel piano fisico.

Il Channelling è uno dei molti mezzi evolutivi che l’esistenza mette a disposizione.

Negli ultimi 2 secoli circa, pian piano si sta diffondendo sempre più, pur essendo poche tuttavia le persone che durante la canalizzazione si mettono realmente in contatto con altre entità, ma nella maggior parte dei casi, quando lo strumento è in buona fede (nel senso che sia realmente convinto di contattare un’entità…e non sia cioè una frode cosciente), si tratta di uno Psichismo[1].

Tuttavia, anche quando si tratta soltanto di uno psichismo, e non vi è nessuna Entità o Spirito Guida che comunica attraverso il medium, se tale pratica è svolta con la massima sincerità verso se stessi e con la volontà di voler davvero essere tramite e strumento della Volontà Divina, in tal caso lo “strumento” si mette comunque in contatto con la parte migliore di Sé, con il suo vero Essere, con la sua vera “Essenza”, il suo “Sentire”, e le comunicazioni ed i messaggi che cosi otterrà, potranno comunque essere utili a portare conoscenza, autoconoscenza ed evoluzione a se stesso e a quelle persone a cui questi messaggi risuonano.

In realtà, è molto più utile per lo strumento e per chi ne venga a contatto uno psichismo che dia alti insegnamenti, e insegnamenti “sentiti”, piuttosto che una canalizzazione reale di entità di bassa evoluzione, le quali tenderebbero molto probabilmente ad alimentare l’ego ed aumentare i condizionamenti di coloro che ne vengono in contatto.


[1] Qui intendo il termine Psichismo con il significato che ha in senso medianico: con tale termine intendo quindi che non è un’entità reale che comunica attraverso lo “strumento”, ma è esso stesso che parla, traendo le informazioni dalla sua mente inconscia (Corpo Mentale), o, in alcuni casi, dalla parte più alta di sé, dal suo Corpo Akasico.

domenica 1 maggio 2016

Ordo ab Chao





La frase “Ordo ab Chao” è una massima esoterica che significa: l’Ordine dal Chaos.
Tale frase può essere interpretata in molti modi, e, il suo significato dal punto di vista esoterico, è quello di cui parlo in questo articolo.
Durante il suo percorso evolutivo, l’uomo ha una percezione del tutto che varia moltissimo, a seconda dello sviluppo della sua Coscienza. La sua volontà, man mano che procede con l’evoluzione, passa ad identificarsi sempre meno con quella del proprio io egoistico, e tende a coincidere sempre più con la Volontà Divina, con il proprio “Sentire” interiore; inoltre, la sua percezione del mondo passa da un credere e percepire che “tutto accade a caso” fino ad arrivare a “Vedere[1]”, “Sentire” e percepire che tutto è perfetto cosi come è, che nulla accade a caso, ma tutto accade esattamente cosi come deve avvenire.
Ed è proprio in questa percezione del Tutto, che si passa dal Chaos all’Ordine, che si passa da un percepire un mondo totalmente caotico, via via fino a “Vedere” un Ordine preciso e perfetto, a percepire che tutto ciò che esiste è nel migliore ed unico modo possibile affinchè ogni creatura abbia la possibilità, attraverso un più o meno lungo percorso di varie incarnazioni, di arrivare ad Essere Uno con Dio, arrivare ad Identificarsi con una Coscienza Assoluta.
Tanto più vi è una identificazione tra la Volontà di un individuo e la Volontà divina, tanto meno si creerà in lui attrito tra ciò che è e ciò che si vorrebbe che sia, e, di conseguenza, tanto meno si creerà sofferenza e tanto più si sentirà Vita, Gioia, Presenza, Amore e Pace dentro di sé.


Questo passaggio dal Chaos all’Ordine,  avviene gradualmente, col procedere del proprio cammino evolutivo, ed alcune fasi di questo passaggio possono essere riassunte cosi:

1)   Inizialmente l’individuo crede che tutto accade a caso, crede nella fortuna o sfortuna, se prende una malattia crede sia un fatto casuale, se gli rubano il portafoglio crede sia casuale, se gli viene il diabete a forza di mangiar dolci, magari pensa che sia stato il medico che gli ha portato sfortuna, ecc

2) Ad un livello successivo, l’individuo inizia ad accorgersi che ci sono, almeno per quanto riguarda il piano fisico, delle leggi naturali precise. Tuttavia, riguardo tutto ciò che riguarda emozioni, pensieri, tutto quanto sia invisibile e molto altro ancora, pensa ancora che tutto accade a caso, che sia governato in pratica tutto dal caso. In questi 2 livelli l’individuo se la prende sempre con qualcun altro per tutto ciò che gli accade, o con il caso o con il destino. 

3) Successivamente, inizia ad accorgersi e a prendere sempre più coscienza e consapevolezza che nulla accade casualmente, ma che tutto ciò che esiste, in ogni piano di esistenza, segue delle leggi ben precise. A questo livello, spesso l’individuo è portato a cercare di scoprire queste leggi per potersi creare la propria realtà, per eliminare da essa tutto ciò che gli causa dolore e sofferenza, o che, comunque, in qualche modo lo infastidisce, e magari anche per cercare di crearsi e creare anche per gli altri un mondo migliore. In questo caso, nei casi in cui l’individuo abbia compreso abbastanza bene il funzionamento di queste leggi e sia riuscito a metterle in pratica con costanza, in buona parte riesce anche ad ottenere ciò che vuole, ed a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato, nonostante siano magari obiettivi ritenuti impossibili o assai difficili da raggiungere senza molta fortuna, secondo il parere di coloro che vivono ai primi 2 livelli. Tuttavia, ancora soffre, poiché pur essendo la sua “Visione” più completa ed aderente alla Realtà rispetto ai casi precedenti, tuttavia ha ancora una visione parziale della Realtà, e, soprattutto, la sua Volontà non si è ancora identificata con la Volontà Divina, e l’intensità della sofferenza che può provare nei casi in cui non riesce a raggiungere un obiettivo che vorrebbe o che può provare di fronte ad avvenimenti o situazioni di vita che non accetta ne è una prova.

4) Ad un livello finale, si arriva alla “Visione” e soprattutto al “Sentire” che tutto è perfetto cosi come è, e che vi è un “Ordine” superiore o Divino, affinchè tutto ciò che accade nel mondo è per il nostro vero bene (non solo di coloro a cui un certo evento sia capitato, ma in parte anche di coloro che ne siano venuti in qualche modo a  conoscenza, se questo avvenimento in qualche modo li “tocca”, li “incuriosisce”, li porta a farsi domande o a riflettere), è ciò che di meglio può arrivarci per darci la possibilità di fare un ulteriore piccolo o grande passo verso l’identificazione con l’Assoluto.

Questo percepire la perfezione del Tutto, però, non fa si che l’individuo smetta di agire poiché tutto è perfetto, ma l’individuo si è identificato con l’Assoluto e la sua Volontà con la Volontà Divina ed è diventato strumento consapevole della Volontà Divina, ed un ulteriore strumento di evoluzione e manifestazione dell’Assoluto stesso.

[1] Con l’Occhio Unico, che dà la la Visione non duale (che è identificato con il Terzo Occhio o il 6° chakra).






lunedì 29 febbraio 2016

La Verità non si compra e non si vende




Quante volte vi è capitato di sentire la frase: “La Verità non si compra e non si vende”?
Ma cosa significa realmente questa frase?

La Verità non si compra poiché è uno Stato Interiore, è una “Acquisizione Interiore”, o “Comprensione Interiore”.
La Verità non è un’informazione, che può essere capita e memorizzata con la propria mente, ma può soltanto essere “Compresa Interiormente”, nel senso che una volta che la si è compresa interiormente non la si perde più, poiché è entrata a far parte del proprio Essere Interiore, della propria Essenza.

Si possono, invece, vendere e comprare informazioni e tecniche utili per avvicinarsi sempre più alla Verità, o per acquisire, tramite il lavoro su di sé, alcune sue parti.
Alla Verità non vi si può giungere, tuttavia, solo tramite informazioni, studio,  recitando preghiere e formule meccanicamente, o eseguendo tecniche in modo meccanico, ma sono necessari e indispensabili per avvicinarvisi o raggiungerla, la Consapevolezza, la Conoscenza di Se Stessi, il Lavoro su di Sé, la Comprensione Interiore.

Le informazioni che riguardano la Verità, o le varie tecniche, possono essere delle indicazioni o dei mezzi che possono essere di aiuto, ma non sono mai da confondere con la Verità: essa non può essere scritta o descritta con le parole, le quali possono, nel migliore dei casi, essere di aiuto per farsi un’idea, seppur molto vaga, di cosa possa essere, o di come raggiungerla.

Oggi è assai diffusa la credenza che ogni cosa che riguarda la spiritualità debba essere gratuita ed a disposizione di chiunque: entrambe queste credenze si basano su condizionamenti di base a cui la popolazione mondiale è stata soggetta negli ultimi millenni per quanto riguarda il primo di questi condizionamenti e nell’ultimo secolo o due per quanto riguarda il secondo, e a una mancanza di comprensione di alcuni aspetti molto importanti.

Riguardo il primo aspetto (la gratuità), chi fa pagare “cose spirituali” (tecniche, informazioni, ecc…) può essere sia nel giusto che nell’errore: tutto dipende dalla sua intenzione e dal suo stato interiore (è l’Anima o è l’Io egoistico che sta vendendo?).
Lo stesso discorso è valido per chi dà gratis degli “insegnamenti spirituali”.

Dal punto di vista di chi “compra”, egli sta commettendo alcuni grandi errori, se giudica la validità di un insegnamento dal fatto che sia gratis oppure no:
1)      giudica chi dà l’insegnamento dall’azione (senza conoscerne né l’intenzione, né lo stato interiore);
2)      giudica il valore dell’insegnamento dal semplice fatto che sia accessibile gratuitamente o a pagamento, oppure in base al costo economico necessario per ottenerlo.
3)      si preclude a priori una possibilità di esperienza, e quindi, potenzialmente, di evoluzione, nel caso in cui rifiuta un insegnamento solo perché accessibile a pagamento o viceversa.

Dal punto di vista di chi “vende”, dipende essenzialmente dall’Intenzione e dallo Stato Interiore in cui lo fa….vi sono stati nella storia sia dei Grandi Maestri Spirituali che davano insegnamenti o tecniche gratis, sia altri che le davano a pagamento, sia, altri ancora, a volte a pagamento ed a volte gratuitamente, a seconda della persona che avevano davanti e del bisogno evolutivo di quella persona (e ciò potrebbe apparire invece come un’ingiustizia ad una mente superficiale o che giudica dall’apparenza)….in tutti i casi, tuttavia, ciò che stavano facendo era la cosa migliore che potessero fare per coloro che li ricevevano, non c’era egoismo in essi, ma Amore in ciò che facevano, e profonda Saggezza.

Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, (a cui ho appena accennato in questo articolo, essendo l’altro l’argomento principale), quello secondo cui tali insegnamenti o tecniche debbano essere a disposizione di chiunque, qui invece vi è sempre un errore di fondo: dare certi insegnamenti o tecniche a chi non è pronto per comprenderli, può essere fuorviante, se non, in alcuni casi, dannoso: come minimo non verrebbero compresi, e potrebbero portare ad ulteriori potenziali rischi, che, in un certo senso, allontanerebbero dalla Verità (pur non facendo tornare comunque, per fortuna, mai indietro nell’evoluzione), per vari motivi: potrebbero portare ad esempio ad un aumento dell’Ego, ad una cristallizzazione o blocco evolutivo (che fortunatamente, grazie alla morte fisica, non durerebbe più di una vita), nel caso in cui ci si convincesse interiormente di essere già arrivati alla mèta, ed altri inconvenienti di vario tipo, che non sto qui ad elencare.  
Non a caso Gesù disse: “Non date le perle ai porci”, e alcuni insegnamenti li dava soltanto ai propri discepoli in segreto.


CONSIDERAZIONI E SPUNTI DI RIFLESSIONE
Qui riporto alcune mie considerazioni, che possono essere utili come spunti di riflessione, per poter meglio indagare e farsi un’idea riguardo l’aspetto trattato in questo articolo.

1) Un po’ in tutto il mondo, ma in occidente in particolare, le persone sono abituate sin da piccole a dare un prezzo alle cose, cosi che, normalmente, quanto più pagano per una qualsiasi cosa, quanto più questa ha valore.
Inoltre, quando si paga per qualcosa, nella maggior parte delle persone (secondo degli esperimenti fatti in ambito economico, su come vengono condizionate le scelte, per l’88% circa delle persone è valido ciò che sto dicendo), inconsciamente subentra l’impulso a fare ciò per cui si è pagato, altrimenti affiora la sensazione di aver sprecato i soldi spesi per quel qualcosa che si è pagato (non necessariamente pagato soltanto in soldi, ma anche in tempo, ad esempio).
Cosi accade assai spesso che si va a giocare a calcetto anche se piove, poiché il campo è stato già pagato il giorno della prenotazione, in cui si immaginava una bella giornata, o si va al cinema a vedere un film che non interessa, poiché si è già comprato il biglietto sbagliato e non si riesce a rivenderlo a nessuno né a ottenerne il rimborso, o, addirittura, in casi molto estremi, si continua a prendere le medicine avanzate dopo che si è già guariti, per non sprecarle!

Questo meccanismo inconscio, spiegato molto bene da Gurdjieff nel libro “Racconti di Belzebù a suo nipote”, dove riporta l’esempio del contadino transcaucasico che, una volta andato in città, e avendo pagato a caro prezzo un bel po’ di peperoncini molto piccanti, se li mangia tutti il giorno stesso, nonostante il forte bruciore alla bocca che gli procuravano, poiché, se non li avesse mangiati, gli sarebbe sembrato di aver buttato via i soldi.

Tornando all’ambito spirituale, e, in particolare per la mentalità occidentale, è assai più probabile che chi ha pagato per ricevere una tecnica o un insegnamento poi lo metta in pratica, rispetto a chi non abbia pagato per ottenerlo, e questo in parte per il meccanismo di cui ho parlato sopra, ed in parte per il fatto che chi vuole solo insegnamenti gratuiti, abbastanza spesso, è perché a tali insegnamenti in realtà dà poco valore.

2) La gente in occidente è abituata a dare un valore alle cose, e spesso lo fa in base al prezzo che paga

3) Chi veramente vuole evolvere o comprendere, è disposto anche a pagare per farlo, pur sapendo benissimo che non è il pagare o meno che possa portargli l’evoluzione o la comprensione, ma il suo impegno nel seguire o vivere certi insegnamenti o tecniche o modi di vivere, e la sua consapevolezza; chi invece cerca qualcosa di egoistico, è meno probabile che paga (anche se non è detto), poiché cerca la soddisfazione del proprio Io egoistico, del proprio Ego, e quindi ragiona in termini di vantaggi o svantaggi dal punto di vista strettamente egoistico.

4) Chi non fa pagare per dare certi insegnamenti, potrebbe farlo sia per motivi alti e nobili, o essendo spinto da Amore autentico per gli altri, sia per motivi molto egoistici (come gratificare il proprio ego, per superbia, per apparire migliore degli altri, per bisogno di considerazione, ecc..), e lo stesso discorso (intenzione alta e nobile oppure anche egoistica) vale anche per chi fa pagare.

Esempi di alcuni dei possibili motivi di chi non fa pagare:
1)     per farsi pubblicità (in sé non è un motivo né egoistico né altruistico: se il farsi pubblicità serve a dare la possibilità al maggior numero di persone possibile di conoscere l’insegnamento per il loro bene, allora l’intenzione è di bene universale, se invece è per fare soldi, per diventare famosi perché gratifica il proprio ego, o altri motivi simili, allora l’intenzione è di tipo egoistico).
2)     Perché se facesse pagare, non verrebbe nessuno ad ascoltarlo: anche in questo caso, l’intenzione non si può ancora dire se sia egoistica o di bene universale: se, dal punto di vista di chi dà gli insegnamenti, nel caso non venisse nessuno ad ascoltarlo, è male perché non può gratificare il proprio ego, allora il motivo è di tipo egoistico, mentre se, ad esempio, è male poiché ci sarebbero persone che potrebbero beneficiare di questi insegnamenti, e non ne avrebbero la possibilità, allora il motivo è di bene universale.
3)   Chi dà certi insegnamenti gratuitamente, è un commerciante interiormente: cerca di “comprare” il paradiso, il Karma positivo o l’evoluzione dando insegnamenti “gratuiti” come moneta, ma facendosi pagare (illusoriamente, tra l’altro, poiché non funziona cosi) da Dio o dall’Universo in altro modo.
A volte il “pagamento” che si cerca è solo un voler essere considerato in modo positivo dagli altri, o essere considerato un Maestro, o, in pratica, soddisfare il proprio bisogno di considerazione e di apparire migliori degli altri.



In sintesi, la validità di un insegnamento o di certe tecniche non dipende dal fatto che si sia pagato o meno per ottenerli, ma dall’insegnamento o dalla tecnica in sé.

La Verità rende liberi.
Liberi da ogni forma di oppressione e di potere materiale.
Facendo si che chi diffonde insegnamenti e tecniche che aiutano a diventare liberi e ad aumentare la consapevolezza debba farlo gratuitamente, chi è al potere si assicura che nessuno che realmente ne sia in possesso possa dare questi insegnamenti che renderebbero la popolazione libera e indipendente da loro, e non più facile da manipolare.

Uno dei modi per attuare ciò, è stato (ed è) il separare lo “Spirito” dalla “Materia”, come fossero 2 aspetti opposti e contrapposti, mentre invece sono 2 aspetti strettamente collegati e interconnessi dell’Unica Vera Realtà.
Ciò è stato molto utile sia per la religione dominante (la Chiesa in occidente), sia per i vari Re, Nobili e governanti, per poter mantenere il loro potere ben saldo, e per poter mantenere la massa della popolazione ben sottomessa senza la necessità di dover fare grandi sforzi.

sabato 23 gennaio 2016

Sensibilità e Suscettibilità



Molto spesso, nella vita di tutti i giorni, la suscettibilità (soprattutto la propria) o un certo tipo di comportamento vengono scambiati per sensibilità, mentre invece non lo sono affatto, e dietro certi comportamenti si nasconde tutt’altro.

Per poter meglio comprendere ciò che intendo, andrò prima a illustrare brevemente, ma in modo comprensibile, cosa siano la Suscettibilità e la Sensibilità.

La Sensibilità è una qualità Animica, e, più esattamente, può essere considerato come un senso percettivo del Corpo Akasico[1], mentre la Suscettibilità ha le proprie radici nell’Io egoistico, e non nell’Anima.

La Suscettibilità può nascere da una proiezione di propri aspetti o da un’interpretazione della realtà del proprio Io egoistico, ed ha il fine e l’intenzione (spesso inconscia) di imporsi sugli altri, di accrescersi, farsi notare, essere considerati migliori degli altri, poter fare ciò che si vuole, e, in generale, ottenere vantaggi di tipo egoistico che possono essere di vario tipo, ad esempio materiale, fisico, emotivo, psicologico, manipolatorio o altro ancora.

La Sensibilità, invece, è un senso di percezione animico (del Corpo Akasico, più esattamente) e, tanto più essa è sviluppata, tanto più profondo può essere lo stato di Presenza in cui si può essere, e, quando si è in quello stato interiore, tanto maggiore sarà la capacità di percepire in modo cosciente e consapevole una più vasta gamma di sensazioni, emozioni, desideri e pensieri e ogni loro più piccola sfumatura; inoltre, tanto più spesso si è in stato di Presenza, tanto più si aumenta la propria capacità percettiva su tutti i vari piani di esistenza in cui si riesce ad essere coscienti e quindi, di conseguenza, si amplifica la propria sensibilità.

In stato di Presenza amplifico quindi sempre più la mia percezione (sia fisica, di sensazione, che più interiore, di emozioni, desideri, pensieri e del proprio vero Essere interiore) e, tanto più sono “Sensibile”, tanto più posso essere in uno stato di Presenza profondo cogliendo anche le più piccole sfumature di ogni piano di esistenza; tanto più sono in stato di Presenza, tanto più sviluppo il “senso” della Sensibilità, che, essendo un senso animico, del proprio “sentire” interiore più profondo, tanto più evolvo e sviluppo la mia capacità percettiva.


[1] Il Corpo Akasico (o Corpo della Coscienza) è il quarto corpo, ed è uno dei corpi permanenti dell’individuo, in quanto  sopravvive all’abbandono del piano fisico, e si reincarna, accrescendosi e amplificandosi sempre più man mano che cresce l’evoluzione. I corpi fisico, astrale e mentale sono invece corpi transitori, in quanto si cambiano tra un’incarnazione e l’altra.